Riprende il percorso SULLA TUA PAROLA

Giovedì 21 settembre alle 20.30 nella parrocchia di San Giuseppe riprende il  percorso Sulla Tua Parola.

È un incontro a cadenza bisettimanale aperto a chiunque desideri confrontare la propria esperienza con la parola di Dio in un clima di ascolto e di amicizia, alla ricerca di un senso per la propria vita.
Nel primo incontro ci confronteremo con il brano di Matteo, 20, 1-16, che riportiamo di seguito:

Vangelo della Domenica 24/09:  Matteo 20, 1-16

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna.
S
i accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna.
Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro:
Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”.
Ed essi andarono.

Uscì di nuovo verso mezzogiorno e verso le tre, e fece altrettanto.
Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro:
Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”.
Gli risposero:
Perché nessuno ci ha presi a giornata”.
Ed egli disse loro:
Andate anche voi nella vigna”.

Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore:
Chiama i lavoratori e dai loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”.

Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro.
Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più.
Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro.
Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo:
Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”.

Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse:
Amico, io non ti faccio torto.
Non hai forse concordato con me per un denaro?
Prendi il tuo e vattene.
Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio?
Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”.

Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi».