Liturgia Domenica 19/03/2023 con canti della Messa delle 10

Clicca qui per ascoltare l’omelia – meditazione di don Gigi.

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Canto di ingresso: Ave, O Giuseppe

Ave, o Giuseppe uomo giusto, Sposo verginale di Maria e padre davidico del Messia
Tu sei benedetto fra gli uomini, e benedetto è il Figlio di Dio che a Te fu affidato: Gesù.
San Giuseppe, patrono della Chiesa universale, custodisci le nostre famiglie nella pace e nella grazia divina e soccorrici nell’ora della nostra morte. Amen

Ave, o Giuseppe uomo saggio, silenzioso servo del Signore e sposo a Maria nel mistero.
Vigile custode del Messia annunciato ad Israele, di Dio salvezza delle genti. Amen

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Prima Lettura

Dal primo libro di Samuele
(1Sam 16,1b.4.6-7.10-13)

In quei giorni, il Signore disse a Samuèle:
«Riempi d’olio il tuo corno e parti.
Ti mando da Iesse il Betlemmita, perché mi sono scelto tra i suoi figli un re».
Samuèle fece quello che il Signore gli aveva comandato.
Quando fu entrato, egli vide Eliàb e disse:
«Certo, davanti al Signore sta il suo consacrato!».
Il Signore replicò a Samuèle:
«Non guardare al suo aspetto né alla sua alta statura.
Io l’ho scartato, perché non conta quel che vede l’uomo: infatti l’uomo vede l’apparenza, ma il Signore vede il cuore».
Iesse fece passare davanti a Samuèle i suoi sette figli e Samuèle ripeté a Iesse:
«Il Signore non ha scelto nessuno di questi».
Samuèle chiese a Iesse:
«Sono qui tutti i giovani?».
Rispose Iesse:
«Rimane ancora il più piccolo, che ora sta a pascolare il gregge».
Samuèle disse a Iesse:
«Manda a prenderlo, perché non ci metteremo a tavola prima che egli sia venuto qui».
Lo mandò a chiamare e lo fece venire.
Era fulvo, con begli occhi e bello di aspetto.
Disse il Signore:
«Àlzati e ungilo: è lui!».
Samuèle prese il corno dell’olio e lo unse in mezzo ai suoi fratelli, e lo spirito del Signore irruppe su Davide da quel giorno in poi.

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Salmo Responsoriale
(dal salmo 22 (23))

R. Sei il mio pastore …

Il Signore è il mio pastore:
non manco di nulla.
Su pascoli erbosi mi fa riposare,
ad acque tranquille mi conduce.
Rinfranca l’anima mia. R. 

Mi guida per il giusto cammino
a motivo del suo nome.
Anche se vado per una valle oscura,
non temo alcun male, perché tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincastro
mi danno sicurezza. R.

Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici.
Ungi di olio il mio capo;
il mio calice trabocca. R.

Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
abiterò ancora nella casa del Signore
per lunghi giorni. R.

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Seconda Lettura

Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni
(Ef 5,8-14)

Fratelli,
un tempo eravate tenebra, ora siete luce nel Signore.
Comportatevi perciò come figli della luce; ora il frutto della luce consiste in ogni bontà, giustizia e verità.
Cercate di capire ciò che è gradito al Signore.
Non partecipate alle opere delle tenebre, che non danno frutto, ma piuttosto condannatele apertamente.
Di quanto viene fatto in segreto da [coloro che disobbediscono a Dio] è vergognoso perfino parlare, mentre tutte le cose apertamente condannate sono rivelate dalla luce: tutto quello che si manifesta è luce.
Per questo è detto:
«Svégliati, tu che dormi,
risorgi dai morti
e Cristo ti illuminerà».


Acclamazione al Vangelo

Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio! 

Io sono la luce del mondo, dice il Signore;
chi segue me, avrà la luce della vita.

Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio! 

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Vangelo

Dal Vangelo secondo Giovanni
(Gv 4,5-42)

In quel tempo, Gesù passando vide un uomo cieco dalla nascita e i suoi discepoli lo interrogarono:
«Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?».
Rispose Gesù:
«Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è perché in lui siano manifestate le opere di Dio.
Bisogna che noi compiamo le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno;
poi viene la notte, quando nessuno può agire.

Finché io sono nel mondo, sono la luce del mondo».

Detto questo, sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse:
«Va’ a lavarti nella piscina di Sìloe», che significa “Inviato”.
Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva.

Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, perché era un mendicante, dicevano:
«Non è lui quello che stava seduto a chiedere l’elemosina?».
Alcuni dicevano:
«È lui»;
altri dicevano:
«No, ma è uno che gli assomiglia».
Ed egli diceva: «Sono io!».
Allora gli domandarono:
«In che modo ti sono stati aperti gli occhi?».
Egli rispose:
«L’uomo che si chiama Gesù ha fatto del fango, me lo ha spalmato sugli occhi e mi ha detto: Va’ a Sìloe e làvati!“.
Io sono andato, mi sono lavato e ho acquistato la vista».
Gli dissero:
«Dov’è costui?».
Rispose:
«Non lo so».

Condussero dai farisei quello che era stato cieco: era un sabato, il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi.
Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come aveva acquistato la vista.
Ed egli disse loro:
«Mi ha messo del fango sugli occhi, mi sono lavato e ci vedo».
Allora alcuni dei farisei dicevano:
«Quest’uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato».
Altri invece dicevano:
«Come può un peccatore compiere segni di questo genere?».
E c’era dissenso tra loro.
Allora dissero di nuovo al cieco:
«Tu, che cosa dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?».
Egli rispose:
«È un profeta!».
Ma i Giudei non credettero di lui che fosse stato cieco e che avesse acquistato la vista, finché non chiamarono i genitori di colui che aveva ricuperato la vista.
E li interrogarono:
«È questo il vostro figlio, che voi dite essere nato cieco? Come mai ora ci vede?».
I genitori di lui risposero:
«Sappiamo che questo è nostro figlio e che è nato cieco; ma come ora ci veda non lo sappiamo, e chi gli abbia aperto gli occhi, noi non lo sappiamo. Chiedetelo a lui: ha l’età, parlerà lui di sé».
Questo dissero i suoi genitori, perché avevano paura dei Giudei; infatti i Giudei avevano già stabilito che, se uno lo avesse riconosciuto come il Cristo, venisse espulso dalla sinagoga. Per questo i suoi genitori dissero: «Ha l’età: chiedetelo a lui!».

Allora chiamarono di nuovo l’uomo che era stato cieco e gli dissero:
«Da’ gloria a Dio! Noi sappiamo che quest’uomo è un peccatore».
Quello rispose:
«Se sia un peccatore, non lo so. Una cosa io so: ero cieco e ora ci vedo».
Allora gli dissero:
«Che cosa ti ha fatto? Come ti ha aperto gli occhi?».
Rispose loro:
«Ve l’ho già detto e non avete ascoltato; perché volete udirlo di nuovo? Volete forse diventare anche voi suoi discepoli?».
Lo insultarono e dissero:
«Suo discepolo sei tu! Noi siamo discepoli di Mosè! Noi sappiamo che a Mosè ha parlato Dio; ma costui non sappiamo di dove sia».
Rispose loro quell’uomo:
«Proprio questo stupisce: che voi non sapete di dove sia, eppure mi ha aperto gli occhi. Sappiamo che Dio non ascolta i peccatori, ma che, se uno onora Dio e fa la sua volontà, egli lo ascolta. Da che mondo è mondo, non si è mai sentito dire che uno abbia aperto gli occhi a un cieco nato. Se costui non venisse da Dio, non avrebbe potuto far nulla».
Gli replicarono:
«Sei nato tutto nei peccati e insegni a noi?».
E lo cacciarono fuori.


Gesù seppe che l’avevano cacciato fuori; quando lo trovò, gli disse:
«Tu, credi nel Figlio dell’uomo?».
Egli rispose:
«E chi è, Signore, perché io creda in lui?».
Gli disse Gesù:
«Lo hai visto: è colui che parla con te».
Ed egli disse:
«Credo, Signore!».
E si prostrò dinanzi a lui.
Gesù allora disse:
«È per un giudizio che io sono venuto in questo mondo, perché coloro che non vedono, vedano e quelli che vedono, diventino ciechi».
Alcuni dei farisei che erano con lui udirono queste parole e gli dissero:
«Siamo ciechi anche noi?».
Gesù rispose loro:
«Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: “Noi vediamo”, il vostro peccato rimane».

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Canto all’Offertorio: Il Signore è la luce (43 R)

Il Signore è la luce che vince la notte!

(Rit.) Gloria, gloria, cantiamo il Signore!

Il Signore è l’amore che vince il peccato!

Il Signore è la gioia che vince l’angoscia!

Il Signore è la pace che vince la guerra!

Il Signore è speranza di un nuovo futuro!

Il Signore è la vita che vince la morte!

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Canto alla Comunione: Credo in te, Signor (166 R)

Credo in te, Signor, credo in te:
grande è quaggiù il mister, ma credo in te.

Luce soave, gioia perfetta sei.
Credo in te, Signor, credo in te.

Spero in te, Signor, spero in te:
debole sono ognor, ma spero in te.

Amo te, Signor, amo te:
e crocifisso amor, amo te.

Resta con me, Signor, resta con me:
pane che dai vigor, resta con me.

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Canto Finale: Ave dolce madre (107 R)

Ave, dolce Madre, Vergine gloriosa!
Stella dell’aurora! Ave Maria!

Dio t’ha prescelta per dare a noi la Luce:
Stella del mattino,
splendi e rischiara i nostri cuor.

Dio t’ha prescelta per dare a noi la Pace:
Madre dell’Amore,
dona concordia al mondo inter.

Dio t’ha prescelta qual segno di Speranza:
Madre della Chiesa, porta fiducia ad ogni cuor.


Immagine: Guarigione del cieco nato (Orazio De Ferrari)