Gruppo “Sulla Tua Parola”: incontro sulla Pentecoste del 23/06/2022

Nell’incontro del Gruppo “Sulla Tua Parola” di San Giuseppe del 23/06/2022 abbiamo meditato:
Atti degli Apostoli 2, 1-11
Lettera ai Romani 8, 14-17

Ci siamo poi posti la domanda: Le letture della Pentecoste cosa ci fanno desiderare per la Chiesa?

Di seguito i bei commenti e riflessioni dei partecipanti:

Il dono dello Spirito che fa capire le diverse lingue è offerto a tutti, e non è all’insegna di un’uguaglianza uniformante, ma nel rispetto della diversità.

Lo Spirito Santo ci apre a una capacità di comprensione «altra» della stessa realtà che pensavamo già di conoscere, di ogni realtà!

Mi colpisce l’inizio del brano: “mentre il giorno di Pentecoste stava per finire” …
Lo Spirito Santo
si manifesta alla fine: imparare a mai disperare, ma sperare sempre fino alla fine.

Vento forte, rumore … contrasto con il vento leggero che caratterizza altre manifestazioni di Dio: penso che lo Spirito Santo si manifesta così per scuoterci.

Nella lettera ai Romani ci viene presentato uno Spirito da Figli: ci si affida a un papà.
Eredi di Dio e coeredi di Cristo: sottolineatura.
Fiducia nel padre, che è molto diverso
dall’obbligo di obbedire a un padrone, a un Dio che comanda.
Lo Spirito agisce in noi per farci diventare figli.

Quando il profeta si aspettava di trovare Dio nel terremoto o nel fuoco, Lui si manifesta come
brezza leggera.
Invece alla fine della giornata di Pentecoste l’intervento dello Spirito è potente!

Mi chiedo allora perché temo i cambiamenti intorno a me, dentro di me, dentro la Chiesa, se il protagonista è lo
Spirito di Dio!
Lo Spirito che abbiamo ricevuto ci ha resi figli adottivi già adesso: non dobbiamo diventarlo, lo
siamo!
Domanda di camminare con fiducia, non temere il cammino e parlare la lingua di tutti: si può
davvero imparare a parlare la lingua di chi si incontra!
Davvero possiamo dire papà al mistero di
Dio: lo Spirito lo grida dentro di noi.
Non dobbiamo guadagnarci l’eredità: siamo eredi.


Sale della terra, luce del mondo: siete!
Non “siate”: tu, come figlio di Dio, “incristato” come Cristo
sei!

Perché io, il Signore, ti ho preso e ti faccio così: accorgersi quanto il Signore può costruire
tramite di noi: anche il nostro confrontarsi stasera è frutto Suo, lo stare davanti a Dio.

Conosciamo una famiglia di amici con molti figli: uno di loro, giovane professore universitario, è omosessuale.
I genitori sono andati alla celebrazione dell’unione civile a Bologna: accompagnati
da circa 200 famiglie che stanno facendo un percorso di fede a cui il cardinale Zuppi è vicino: tutte queste persone alla fine della cerimonia civile sono andati a Messa.
Stupirsi di un cammino
che è di vicinanza.
Capacità di dialogo anche in situazioni che possono ferire.

Cristo viene per salvare tutti: aprire il cuore!
Cambiare mentalità, modo di pensare.
Accettare di
cambiare in un cammino di ascolto e condivisione, passo passo.
Di essere condotti fuori dai nostri
schemi e dalle nostre paure.

Anche in parrocchia è importante il vivere nello Spirito Santo, indipendentemente dal domandarsi
chi ha torto o ragione.
Accettare la diversità: l’unità tra di noi è il Signore, c’è già!
Ce la offre Lui.
Si tratta di
riconoscerla, non ho da inventarmi di superare le difficoltà, ma di domandare al Signore di starci nel rapporto, di non mettermi di traverso!
Riconoscere che è Lui che fa; questo è il vero senso
dell’ecumenismo.
I carismi sono diversi.
La chiesa cattolica riconosce il battesimo delle chiese ortodosse e protestanti … siamo già uno!
Vivere una piena comunione è difficile, tuttavia possibile.

Incontro con suor Nicoletta Gatti: la chiesa in Ghana, le tante piccole comunità, sono rette in
grandissima parte dai catechisti, punto di riferimento della comunità.
I catechisti sono persone che
lavorano e che si occupano della comunità nel tempo libero:
– organizzando la preghiera
della comunità.
– visitando gli ammalati.
– portando la comunione,
– celebrando i funerali.
Non hanno
una funzione organizzativa, ma di costruire la comunione tra le persone.

Da noi le parrocchie sembrano avere ancora come priorità i Sacramenti, da “erogare” al maggior
numero di persone, una serie di “servizi”.
Invece la comunità cristiana è fatta di incontri e di
famiglie.
I genitori vanno incoraggiati, sostenuti, accolti, allora hanno senso anche i sacramenti!

Nella formazione cristiana si è posto l’accento sul Padre e sul Figlio, lo Spirito Santo lo si scopre adesso verso l’ora tarda della vita.
Dall’accostamento delle due letture emerge che estranei sentivano parlare nella loro lingua: stupore che forse dura poco…
Tuttavia è in questo momento che lo Spirito ha fatto nascere la
chiesa e i discepoli sono diventati milioni, una persona alla volta,di incontro in incontro.
La forza
non era nell’evento in sé (poliglossia) ma nel carattere del messaggio: si tratta di un annuncio contro lo Spirito del momento. Non siete più schiavi ma figli: non cercate più le risposte nel potere,in Cesare, ma nell’Abbà, il Padre!
Nella realtà anche di oggi l’uomo rischia di essere sempre più schiavo;

Nicoletta Gatti, ha raccontato ad alcuni amici che, riflettendo su Maria Maddalena di fronte al sepolcro, ha avuto questa intuizione: quante volte capita a me, a noi, di cercare il cadavere, il morto, invece di Gesù che è vivo ora!
Non siamo disposti a vederlo vivo, fuori dai nostri schemi… lo cerchiamo dove
non c’è e lo non lo vediamo dove c’è!
Lo Spirito Santo è lo spirito di Gesù che ci tocca, ci
coinvolge, ci fa figli!
Lo Spirito Santo è presente nell’agire quotidiano: cosa posso fare per questa persona che incontro oggi, per questa situazione?
Senza pregiudizio.

Entrare in chiesa per pregare, uscirne per amare: pregare Dio e amare il prossimo.

Quello che speriamo tutti è che Qualcuno, attraverso un volto umano, ci dica: ti vedo!