Riprendiamo la tradizione di meditare durante la settimana una frase della parola di Dio della domenica.
Ringraziamo poi don Fiorenzo che ci ha regalato la seguente riflessione:
Il grande teologo Moltmann dice: la creazione è minacciata da forze caotiche.
Paolo le chiama “principati e potenze”, mentre Karl Barth parlava di “potenze senza il Signore.”
Ma Cristo è diventato il Signore anche di queste potenze e oltre la scienza ci vuole la pazienza della speranza, vedi Giobbe.
La morte e il lutto sono cambiati.
Ma la morte rimossa torna al centro della scena: l’orgoglio moderno, che vuole avere tutto sotto controllo, ha preso un duro colpo.
Al posto dell’ arroganza ci vuole umiltà.
E bisogna ascoltare il monito di una catastrofe ancora peggiore, quella ecologica della civilizzazione umana.
La sopravvivenza dell’umanità stessa è in pericolo.
Perché Dio permette tanta immane sofferenza e la morte soprattutto di tanti innocenti?
L’umanità da sempre è tanto provata e chiede guarigione e conforto.
Anche Gesù è morto con la domanda “Perché?” sulle labbra ed era disperato.
Dio non è onnipotente, cioè non è un supremo onnipotente che tutto determina, come ha detto anche Papa Francesco domenica nell’intervista con Fazio.
È onnipotente nell’amore.
Ci si domanda: come Dio conserva il mondo?
Per mezzo della sua pazienza, Dio, che è il paziente per eccellenza, ha pazienza con noi uomini e sostiene il mondo sopportandoci con i nostri vizi e le nostre virtù.
Troviamo scritto nella Bibbia: Dio consola allattando come una madre.
E ancora: portalo in grembo, come la nutrice porta il lattante, fino ad arrivare al suolo che hai promesso con giuramento ai suoi padri.
Confronta Numeri 11,12 e ancora: “Hai visto come il Signore, tuo Dio, ti ha portato, come un uomo porta il proprio figlio, per tutto il cammino che avete fatto, finché siete arrivati qui“.
Confronta Deuteronomio 1,31 e in Isaia 46,42: “Io vi porto fino alla canizie“.
La traduzione dell’Agnello di Dio nella liturgia degli evangelici recita: “Tu, che porti il dolore del mondo, abbi pietà di noi“.
Egli infatti porta le nostre infermità e si carica dei nostri dolori, come dice Isaia del Servo di Dio sofferente in 53,4.
Con ciò non si risponde alla domanda “perché?”, ma con questa comprensione si può essere confortati e sopravvivere nella speranza sempre supportata dalla sapienza.
Le domande sul perché avranno risposta quando comparirà la grandezza della Giustizia di Dio, che fino ad ora è attesa come Giudizio universale.
Buona domenica a tutti
Don Fiorenzo